Ce lo ricordavamo tutti per la sincerità di “Ricordati di me” o ancor meglio per la dolcezza e la forza de “L’ultimo bacio”, ma questa volta Gabriele Muccino ha messo veramente il meglio di sé a disposizione di una storia meravigliosa con una sceneggiatura davvero sentita e ben costruita.
Chris è un giovane uomo che tenta con tutte le sue forze di mandare avanti la sua famiglia e dare a suo figlio quella piccola parte di mondo che gli spetta. La situazione, purtroppo, non è delle migliori: il lavoro precario, il continuo susseguirsi di problemi legati al fisco, all’affitto o al semplice sostentamento non fanno altro che aggravare la vita del protagonista e renderla piena di scogli e sassi da superare. Ora, anche senza l’ausilio e l’amore della moglie che ha deciso all’improvviso di lasciare città, marito e figlio. L’intreccio prosegue, dunque, con la scalata sociale che Chris, ormai ragazzo padre, tenterà di intraprendere per dare una nuova luce alla sua vita.
Semplice, commovente, sincero, diretto, triste. Un film dalle mille emozioni pronte a colpirti dietro ad ogni inquadratura: dalle spontanee battute infantili del figlio del protagonista agli occhi lucidi di sofferenza di Chris. Non mancano riflessioni, nodi al cuore, commozioni, risultato di un rapporto padre-figlio che va di pari passo verso la crescita. Colonna sonora eccellente, non invadente ma con carattere; a parte un finale prevedibile, un film davvero ben scritto, diretto e recitato.