Giovane 26enne, laureato in Giurisprudenza e prossimo a diventare avvocato, Angelo Sturni è uno dei candidati al Consiglio Comunale di Roma e al Municipio VII per il Movimento 5 Stelle. GIROMA lo ha intervistato.
Chi è Angelo Sturni?
“Sono un attivista M5S, ho studiato giurisprudenza all’Università di Tor Vergata e ho cominciato la pratica di avvocato circa due anni fa; ora che l’ho conclusa, sono in attesa dell’esame di stato a fine anno. Inizialmente mi occupavo di diritto amministrativo e diritto civile, adesso invece faccio un po’ di tutto. Dopo aver lavorato per uno studio associato molto grande, ho sentito la necessità di dover tornare in una realtà più piccola, sul territorio, e quindi ho deciso di collaborare con una collega in un piccolo studio nel IX Municipio. Attualmente questo è un campo complesso e problematico: essendo stato liberalizzato ci sono grandi disagi per gli avvocati, perché i grandi guadagni confluiscono solo nei grandi studi, non c’è una giusta redistribuzione della ricchezza”.
Com’è nata la sua esperienza nel Movimento 5 Stelle?
“Mio padre amava Beppe Grillo da comico, quindi lo conoscevo già molto bene. Nel 2007 un mio amico mi ha fatto leggere il suo blog ed ho cominciato seguirlo assiduamente, ad interessarmi a tutte le battaglie che ha fatto legate ai temi della giustizia, del diritto, dei maxi processi. Nel 2011, uscito dall’università e scontrandomi con il mondo del lavoro, ho cominciato a soffrire il peso del distacco dalla società: ho capito che solo con la strada della professione non sarei riuscito a dare il mio contributo. Per me il Movimento è una sorta di Emergency della politica, è impegno per il sociale. Essendo nato e avendo sempre vissuto a Roma, ho sentito il bisogno di fare qualcosa di concreto per la mia città. Così nel 2012 mi sono iscritto al primo meetup dei Grilli Romani e da lì è iniziato tutto”.
Quali problemi ha il VII Municipio?
“Ce ne sono diversi: si va dall’assenza di spazi verdi, alla mancanza di luoghi di ritrovo per i giovani; dal traffico incessante, alla mancanza di aree storiche da riqualificare. Ma anche il turismo: a Roma è concentrato solo al centro, dove ci sono numerosi musei e siti archeologici, mentre in periferia tutto questo è assente. Ma i problemi più impellenti riguardano anche le politiche sociali e le piccole e medie imprese. L’economia e il commercio locale sono stati devastati da una politica economica che ha distrutto tutti i piccoli centri: le tematiche più importanti adesso riguardano le imprese, il microcredito e i giovani. La crisi economica che stiamo vivendo fa aumentare la richiesta dei servizi, ma se lo Stato e l’ente locale non forniscono quei servizi, ci troviamo con i cittadini che non possono avere dallo Stato quello che hanno il diritto di ottenere. Il nostro è un sistema economico che ha fallito. Le persone devono cominciare a capire che c’è un nesso tra mal governo e economia. È come se ci fosse un tubo che perde: una sola goccia sembra poco, ma quando ci sono mille tubi e sono mille gocce, la perdita è consistente. Quello che ci troviamo davanti però non è uno svuotamento nel breve tempo, ma è avvenuto negli ultimi 40 anni. È per questo che i cittadini si ritrovano senza Stato sociale e servizi”.
Quali sono i punti principali del suo programma?
“In realtà non ho un programma elettorale mio: io faccio parte di una realtà, quella del Movimento 5 Stelle, dove il programma è di tutti. Quando un anno fa ci siamo messi a lavoro, ogni municipio ha affrontato quelle che sono le proprie criticità; abbiamo ascoltato i piccoli temi dal basso e i cittadini hanno cominciato a partecipare alle riunioni e a fare le proprie proposte. Prima di tutto, a mio avviso, bisogna cercare in tutti i modi di evitare che qualcuno resti indietro, capire quali interventi possiamo fare e portare chiarezza. Parlando del bilancio di Roma, ad esempio, i cittadini non sanno cosa ci sia all’interno, se ci sono degli sprechi e dove sono. Bisogna, quindi, tagliare dove necessario: abbiamo tutti pensato di poter vivere al di sopra delle nostre possibilità per troppo tempo, e per quanto mi riguarda il programma è open, aperto a tutti i cittadini, tutti devono fare le loro proposte. Io personalmente porto avanti il tema dell’economia e dello sviluppo perché quando sono entrato nel movimento l’ho sentito caro”.
Molti componenti del Movimento 5 Stelle sono giovanissimi, lei compreso: siete davvero pronti ad affrontare un lavoro come questo senza avere esperienza politica?
“È vero che non siamo dei politici e non abbiamo esperienza di amministrazione; ma se da un lato tutti noi abbiamo un’esperienza professionale e alle spalle anni di studio con conoscenze approfondite di svariati temi, dall’altro lato ci sono i cittadini e la voglia di rendere la Pubblica Amministrazione una casa di vetro. Quando si fornisce alle persone la possibilità di partecipare concretamente alla vita politica e realizzare quindi una democrazia diretta, si possono compiere grandi progetti. L’unione delle competenze non è più dei singoli uomini di governo che forniscono allo stato le loro capacità, bensì è una sorta di coscienza collettiva. Se c’è per esempio un problema sul territorio, si va a formare un tavolo di lavoro specifico, composto da cittadini semplici, professionisti, tecnici che approfondiscono quel tema e mettono a disposizione tutte le loro competenze. Questo continuo flusso di informazioni permette alla città di crescere più velocemente. Bisogna dunque creare una grande piazza in cui partecipino tutti i cittadini”.
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