Al via il Festival Internazionale di Letteratura Ebraica

Si svolgerà al Quartiere ebraico, dal 17 al 21 settembre, la quarta edizione del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica. Cinque giorni di immersione nella cultura israeliana con incontri letterari, spettacoli teatrali e concerti. Numerosi i personaggi, fra romanzieri, jazzisti e attori, che daranno vita ad uno “street party” fatto di cultura, ma anche di divertimento. “È un festival che vuole parlare dell’ebraismo non solo rispetto al passato, ma anche rispetto al presente e al futuro – spiega Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica, in presentazione – È un modo per combattere il razzismo e abbattere il pregiudizio che vuole gli ebrei chiusi nella loro cultura“.

Il Festival sarà inaugurato sabato sera con La Notte della Cabbalà: una “no-stop” di eventi culturali che a partire dalle 20.30, e per tutta la notte, trasformeranno il Ghetto in un palcoscenico a cielo aperto. In tutto il quartiere negozi e ristoranti rimarranno aperti per offrire degustazioni di cucina giudaico romanesca e della tradizione ebraica internazionale. Ci si potrà divincolare fra mostre, eventi tematici e visite guidate ai luoghi ebraici, fino alla festa conclusiva di Mercoledì 21 che vedrà in scena Daniel Zamir nel suo concerto “Jewish Jazz”. Il tutto ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Il festival ha conquistato un’importanza enorme all’interno dell’offerta culturale romana – sostiene Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma – Grazie alla qualità dei suoi contenuti, riesce ad unire memoria e attualità di una cultura fatta di ironia e tanta vivacità “.

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Seta – A. Baricco

Hervé Joncour è un mercante di bachi da seta. Viaggia ogni anno dalla Francia al Giappone per comprare le uova che faranno la sua fortuna. In uno di questi lunghi viaggi incontra una donna giapponese per la quale si sente fortemente attratto: fra i due nasce una silente intesa che distrarrà Hervé dalla sua vita regolare, dal suo lavoro, dal suo matrimonio con Hélène. Non dirà una parola a nessuno di quell’incontro, né di quel segreto amore che non sarà mai davvero segreto.

Storia inedita, dai profumi nuovi e misteriosi. Baricco si dedica al racconto di una vita intera, in modo veloce, secco, quasi nervoso. Il suo stile stringato, serrato da frasi brevi, incisive, accompagnate da una punteggiatura personale e riconoscibile, cullano l’intera trama con dolcezza, malinconia, perdizione. Abilissimo nel creare immagini soavi, l’autore è in grado di regalare al lettore due ore di gradevole lettura, e di sorprendere con un finale inaspettato e commovente.

Il bambino con il pigiama a righe – J. Boyne

Libri sulla Shoa: innumerevoli. Libri che spiegano la Shoa ai bambini: moltissimi. Libri originali che raccontano l’Olocausto e il dramma dei campi di concentramento dal punto di vista di un bambino, emozionando con semplicità e ironia: uno, Il bambino con il pigiama a righe.

È la storia di Bruno, figlio di un ufficiale nazista, la cui famiglia si trasferisce in una villa a ridosso di un campo di concentramento. Rimasto senza amici, il bimbo di 8 anni inizia a esplorare i dintorni della nuova casa alla ricerca di giochi ed intrattenimenti, fin quando non si imbatte in Schmuel, un bimbo col pigiama sporco al di là del recinto. I due cominciano a parlare attraverso la rete, a conoscersi, e ad instaurare un’insolita amicizia fatta di giochi improbabili e racconti curiosi.  Un’amicizia, la loro, che sembra non avere luogo, né tempo né spazio, e che li condurrà ad un finale drammatico.

Il libro si presenta con un linguaggio informale, scorrevole e ironico. Il narratore è esterno, ma è come se parlasse il bimbo protagonista. E regala a tratti umore, a tratti stupore per le riflessioni ingenue, ignare ma intelligenti di Bruno. Fa riflettere, questo romanzo; ha una trama originale, indovinata, che rapisce l’interesse del lettore nonostante, per alcuni versi, rasenti l’inverosimile. Sono diverse, infatti, le obiezioni sollevate in proposito di alcuni elementi del racconto che, agli occhi degli storici, paiono inattendibili e improbabili.

Ciò nonostante, resta un libro piacevole, di cui si consiglia la lettura, anche ai più giovani.