Lorenzo Telmari è costretto a passare dei giorni in città, lontano dalla sua casetta in montagna, a causa dell’improvvisa morte del padre. Si palesa ai suoi occhi una moltitudine inaspettata: ricordi infantili, stili di vita e routine non consone al suo mondo. Il protagonista, infatti, è il fratello di un noto esponente politico, nonché cognato di una giornalista un po’ troppo abituata alle maschere televisive. Insieme, i due, propongono a Lorenzo la piattezza di una vita fatta di cose sempre uguali, attese e calcolate. La situazione per lui si complica quando trova l’eredità lasciatagli dal padre: una serie di pericolose verità da svelare, insieme ad una ragazza della quale si innamorerà e con la quale annoderà un intreccio fatto di fughe, segreti, memoriali smarriti, viaggi infiniti, gialli da risolvere.
Il romanzo è scritto in maniera egregia, e la tecnica, le tematiche, lo stile dell’autore sono riconoscibili, segnati da un’originalità semplice e poetica. Non manca occasione in cui Andrea De Carlo non sponsorizzi argomenti che trattano di ambiente, di malattie, di diversi modi di vivere, utilizzando discorsi figurati ma diretti. È in grado di creare delle immagini bellissime facendo correre la mente dello scrittore e farlo saltare, nel giro di poche righe, dalla fantasia alla realtà. Un libro che si legge con scorrevolezza e familiarità. Consigliato.