Censura ai Talk politici, giornalisti in rivolta

Michele Santoro, Italian journalist, anchorman...

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Politica: meglio parlarne o fingere che non esista? La Rai sceglie il silenzio, e sospende tutti i Talk Show di approfondimento come Annozero, Ballarò, Porta a Porta e L’ultima parola. È questa la decisione presa dal consiglio di amministrazione della Rai, che la settimana scorsa ha imposto una direttiva definita sconcertante: a causa della campagna elettorale vengono eliminati tutti i programmi in cui c’è “contenuto politico”. Tra i giornalisti scoppia la rivolta: il 2 Marzo in Via Teulada, davanti alla sede Rai, si è messa in piedi in pochissimo tempo una manifestazione di protesta a cui hanno partecipato Santoro, Floris, a sorpresa anche Vespa, e più di 1.500 persone fra giornalisti, politici, e conduttori. “Quello che sta succedendo non ha precedenti nella storia della tv occidentale – dice Santoro a gran voce – è un atto censorio molto grave: è proprio censura, non c’è un’altra parola per definire quello che è successo”.

E mentre Santoro spiega che non si è ancora provveduto ad un vero e proprio sciopero solo a causa del poco tempo per il preavviso, Vespa interviene sul palco e crea un po’ di dissapori accusando il conduttore di Annozero di essere il responsabile della sospensione dei p r o g r a m m i : “Non mi sta bene che per le marachelle ripetute di un alunno venga sospesa tutta la classe; – spiega Vespa riferendosi a Santoro – questo provvedimento è molto pericoloso, una bruttissima pagina di democrazia; ma queste sono le regole della Rai e tutti noi giornalisti dobbiamo rispettarle”. Molte le polemiche, i fischi e le repliche. Tra i presenti anche Sabina Guzzanti, Lucia Annunziata, alcuni esponenti del Pd e del Pdl, e la Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi) che sono intervenuti nella diretta del programma Otto e Mezzo su La7, condotto da Lilli Gruber. Per la Fnsi questo “è un colpo mortale all’informazione”, e fa riflettere il commento di Luca Barbareschi (Pdl): “Questa mattina ci siamo risvegliati in una dittatura. Uno scempio inaccettabile”.

Pubblicato su “Campus @ TVG”.

Soffoca il figlio e si impicca

Era l’ora di pranzo di venerdì 19 Gennaio quando Walter Zago, di 51 anni, tornando a casa dal lavoro ha trovato uno spettacolo raccapricciante: il corpo esanime del figlio Gabriele di soli 6 anni, e la moglie impiccata ad una spalliera ginnica, poco vicino il corpo del bimbo. È stata lei, Tiziana Bragato casalinga 46enne, che senza una ragione apparente ha deciso di uccidere suo figlio soffocandolo e di togliersi la vita poco dopo. Un dramma al quale il marito della donna e padre del piccolo non sa darsi spiegazioni: i coniugi non avevano particolari problemi economici o sentimentali, e la loro era stata una famiglia perfetta fino a venerdì scorso, giorno in cui è accaduto l’omicidio-suicidio. L’uomo rientrando a casa, nella sua piccola villa a Venezia, ha trovato la porta dell’ingresso chiusa dall’interno. Allarmandosi ha fatto il giro della villetta sita in via XXV Maggio, ed ha cercato di entrare forzando una porta finestra: ha chiamato il nome di sua moglie più volte, senza ricevere alcuna risposta. Così è salito rapidamente al primo piano e ha notato la porta della stanza da letto anch’essa chiusa a chiave da dentro. Con forza l’ha abbattuta e in un istante gli è crollata la vita addosso. La corda che stringeva il collo della moglie, appesa ad una spalliera alta non più di due metri, non era certo più terrificante del corpicino di Gabriele senza respiro, disteso sul lettone. Un fatto di cronaca, questo, che ci riporta indietro con la mente e spinge ad interrogarsi ancora su quale ragione possa esistere al mondo affinché una donna che dà la vita a un bimbo, decida poi di strappargliela. Si sta ancora cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, e il pm della Procura di Venezia, Barbara De Munari, insieme ai carabinieri della compagnia di San Donà, intendono indagare a fondo su l’esatta causa della morte del piccolo, e cosa può essere scattato nella mente di Tiziana. Non c’erano biglietti o altri messaggi in casa, nulla che potesse giustificare il gesto della donna, ma era già da tempo – racconta disperato il marito – che aveva un malessere inspiegabile. Un inizio di depressione, forse, che ancora nessun medico aveva iniziato a curare.

Pubblicato su “Campus @ TVG” – Italia Sera.

Esplode cisterna, operaio grave

Le temperature si abbassano, l’acqua diventa ghiaccio e il maltempo continua a terrorizzare: sono queste le presunte cause dell’esplosione avvenuta Mercoledì 3 Febbraio a Borgo San Vittore di Cesena, in uno stabilimento dell’azienda Amadori. Nel cuore della notte, verso le 3.10, un’autoclave piena d’acqua è improvvisamente scoppiata colpendo l’operaio elettricista Giovanni Prati, di 32 anni, che è caduto a terra e ha battuto violentemente la testa. Il caposquadra della manutenzione, presente anche lui durante l’esplosione e rimasto fortunatamente illeso, ha subito chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno portato con urgenza l’operaio al reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Bufalini, dov’è tutt’ora ricoverato in gravissime condizioni, con un trauma cranico e numerose ferite; e anche Vigili del Fuoco e Carabinieri, che hanno cercato di riportare l’ordine nella fabbrica e di ispezionare la scena della tragedia. Stando ad una prima ricostruzione, dunque, sarebbe stata la bassa temperatura ad aver causato l’esplosione: l’acqua è ghiacciata e la cisterna del reparto di “Rendering”, dove avviene la demineralizzazione delle acque e dove si lavorano gli scarti degli animali, non ha retto, devastando la stanza in cui lavorava al quadro elettrico il 32enne, ora in pericolo di vita. Ma presso l’azienda di Via del Rio si sono recati anche i rappresentanti sindacali dei lavoratori per verificare che non ci siano state mancanze nella gestione della manutenzione da parte dei dirigenti dell’azienda, per verificare se questa devastante esplosione poteva essere evitata o in qualche modo prevista, e che non ci siano responsabilità dei vertici aziendali, indipendenti dalla temperatura climatica.

Mentre ci si augura che il gravissimo incidente sul lavoro di Mercoledì scorso non diventi l’ennesima morte bianca, il direttore della produzione dello stabilimento, Giampaolo Zauli, ha dichiarato di essere incredulo e profondamente addolorato per l’incidente avvenuto in fabbrica; “mentre cerchiamo di capire la dinamica dell’accaduto, la nostra maggior preoccupazione è rivolta al collega: ci auguriamo che possa riprendersi al più presto”.

Pubblicato su “Campus @ TVG”.