“Educare con l’arte” dell’Associazione Manes

Nel XIII Municipio è arrivato un nuovo progetto per l’educazione. Finalmente un nuovo modo di insegnare e di far crescere i ragazzi; un nuovo modo di fare scuola e sostenere l’insegnamento. È stato presentato la settimana scorsa, infatti, nell’aula consiliare del municipio, il progetto pedagogico ideato e realizzato dall’associazione Manes, che ha l’obiettivo di far conoscere e diffondere la “pedagogia Waldorf- Steiner”. Si tratta di un metodo d’insegnamento innovativo che si propone di far raggiungere una profonda consapevolezza di sé attraverso l’insegnamento di varie forme d’arte, in grado di sviluppare la sensibilità artistica dei ragazzi e portare alla luce il loro talento. “È un percorso di conoscenza di una nuova dinamica e, al contempo, della divulgazione di un metodo che vedrà il municipio XIII principale attore con una serie di iniziative”. Questo il commento di Salvatore Colloca, delegato alla Cultura, che insieme al presidente dell’associazione Manes, Danilo Casertano, ha annunciato una serie di eventi come mostre d’arte, eventi culturali, laboratori artistici per bambini e sportelli di consulenza pedagogica per il sostegno a famiglie in difficoltà. “Siamo davanti ad un progetto che va oltre il tradizionale percorso nozionistico – ha dichiarato il presidente della commissione cultura Monica Picca – un percorso ricco di contenuti sì importanti ma che spesso trascurano le capacità artistiche mortificando il talento”. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito della Manes www.associazionemanes.org.

Pubblicato su “Municipi di Roma” – Italia Sera.

Inps fa spazio ai Deputati

Cambiamenti in vista per l’INPS: stabilito un nuovo assetto organizzativo che ha come primo obiettivo il riordino delle sedi localizzate nella zona metropolitana di Roma. La prima zona ad essere coinvolta è quella del I Municipio: la storica sede INPS del centro di Roma a piazza Augusto Imperatore chiude i battenti per far posto a nuovi uffici di rappresentanza dei parlamentari. I cittadini non ci stanno e scendono in piazza per protestare. È questo quello che è successo la scorsa settimana a Roma Centro, a causa dei cambiamenti previsti per l’organizzazione del principale ente previdenziale italiano. Sembrerebbe infatti che dei nuovi piani organizzativi stabiliscano il ridimensionamento di alcune sedi della città, per risparmiare costi e spazi. La sede INPS del I Municipio è stata dunque la prima a subire la chiusura di alcuni locali importanti, ed è stata declassata a semplice agenzia urbana con lo scopo di ottimizzare le risorse. Ma queste motivazioni non convincono la RdB Pubblico Impiego che ha subito organizzato un sit-in di protesta il 5 maggio davanti ai locali della sede: “È una scelta incomprensibile – dichiara Luigi Romagnoli, coordinatore nazionale della RdB INPS – non si può chiudere una sede che gestisce oltre 14.000 aziende e 225.000 lavoratori parasubordinati; in questo modo si toglie al I Municipio una presenza fondamentale e qualificata dell’Istituto previdenziale”. E la fretta dell’operazione lascia ancora più dubbi su questa chiusura inaspettata: il sospetto principale, infatti, è che la sede sia stata ridimensionata solo per far posto, in una zona centrale di Roma, a dei nuovi uffici per i parlamentari. Non ci si rende conto – spiega ancora Romagnoli – che affidando le sedi non più a dirigenti ma a dei semplici funzionari, ogni sede perde autonomia decisionale. In questo modo, come sempre, a pagarne le conseguenze saranno i cittadini, conclude l’esponente: “un INPS più debole sul territorio può significare, in futuro, meno servizi per i cittadini”.

Pubblicato su “Municipi di Roma” – Italia Sera.

Profilattici, stop all’Isola Tiberina

“Non vendiamo preservativi perché siamo cattolici”. Questa la risposta data ai molti cittadini che nei giorni scorsi hanno chiesto di acquistare dei preservativi alla farmacia dell’Isola Tiberina. Nessun distributore automatico all’esterno e nessuno stand all’interno della farmacia, “ci hanno detto che non vendono i condom per motivi religiosi”. Ed è di nuovo polemica. Non è la prima volta che in Italia dei farmacisti si rifiutino di vendere preservativi, pillole del giorno dopo e altri strumenti contraccettivi, supportati ed esortati dalla Chiesa. Ma i cittadini non ci stanno e si rivolgono alle associazioni per la tutela dei consumatori: “Sono atteggiamenti pericolosi – afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons – questa è una follia”. Condanne anche dall’Anlaids e dall’Arcigay che, commentando questa come una “scelta scellerata”, si dichiara pronta a manifestare in piazza. Inoltre, il preservativo non è solo un mezzo contraccettivo ma serve soprattutto a prevenire l’infezione di malattie sessualmente trasmissibili. In questi termini, i farmacisti obiettori, non vanno contro il loro scopo professionale? “Il preservativo è un presidio sanitario e come tale deve essere venduto nelle farmacie”, commentano altri consumatori; ma è davvero obbligatorio venderli? Nel codice normativo farmaceutico, nella tabella dei medicinali che le farmacie sono obbligate a vendere, non ci sono i preservativi. Allora se le farmacie possono scegliere di non venderli, di chi è la colpa?

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