Lavoratori in sciopero bloccano il ministero

Si è svolta l’8 Giugno scorso la manifestazione di protesta di circa 100 lavoratori socialmente utili, che a partire dalle 10 di mattina hanno bloccato per alcune ore le strade davanti al Ministero del Lavoro a Roma. Lavoratori di pubblica utilità, cassintegrati e lavoratori in mobilità si sono tutti riuniti per lo sciopero di 24 ore indetto dall’USB (Unione Sindacale di Base) con l’obiettivo di richiedere sostanziali modifiche ai loro contratti: “Chiediamo la regolarizzazione del rapporto di lavoro e il riconoscimento dei contributi veri ai fini pensionistici per tutti i lavoratori che fruiscono di ammortizzatori sociali – spiega Elisabetta Callari, responsabile USB – da parte di questo Governo non c’è nessuna attenzione nei confronti di migliaia di lavoratori che vengono destinati ad una vita precaria e senza futuro, ed è per questo che chiediamo che si apra un tavolo a cui partecipino Ministero del Lavoro, il Ministero dell’Economia e l’Inps”. La manifestazione ha creato diversi disagi al traffico bloccando via Fornovo e viale Giulio Cesare, e si sono verificati alcuni momenti di tensione tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. A mezzoggiorno il Direttore Generale per gli Ammortizzatori Sociali, Matilde Mancini, ha ricevuto 12 delegati dell’USB per iniziare delle trattative, che non hanno ancora portato a risposte concrete. E dopo essere rimasti fino a sera negli uffici ministeriali, i rappresentanti hanno sciolto la manifestazione ottenendo la promessa dal sottosegretario Viespoli di un incontro risolutivo entro 15 giorni: “Qualora entro il 24 giugno non dovesse tenersi la riunione chiesta – spiegano i lavoratori – siamo determinati a riprendere la mobilitazione”.

Pubblicato su “Municipi di Roma” – Italia Sera.

Università Tor Vergata: corso di giornalismo per inviati di guerra

Inizierà il 2 Settembre, e durerà tre mesi, il nuovo “Corso di Perfezionamento in Giornalismo per inviati in aree di crisi” attivato all’Università di Tor Vergata. Si tratta della terza edizione di un corso intitolato alla giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanistan il 19 Novembre del 2001. Ideato e organizzato dalla Fondazione Cutuli Onlus, in collaborazione con lo Stato Maggiore del Ministero della Difesa e con la Croce Rossa Italiana. Il corso si rivolge a giornalisti iscritti all’albo o giovani laureati presso le scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine, ed ha lo scopo insegnare a creare condizioni di maggior sicurezza agli inviati in zone di guerra. Diretto e curato dal prof. Alessandro Ferrara – presidente del Corso in Scienze della Comunicazione presso la Facoltà di Lettere e Filosofia – il corso sarà suddiviso in tre parti: lezioni teoriche presso l’Università, esercitazioni pratiche a cura delle Forze Armate da svolgere a Livorno, più un ulteriore periodo di prove sul campo in Libano. Un totale di 300 ore di lezioni che daranno diritto a 12 crediti formativi e che si incentreranno su svariate tematiche: dai diritti umani alla manipolazione dell’informazione, dal rapporto con le truppe armate alla particolare condizione di reporter che segue le truppe durante i conflitti. Il corso prevede una quota minima d’iscrizione di 750 euro (250 per i redditi più bassi) più spese di partecipazione per le prove fuori sede. La domanda deve essere presentata entro il 2 Luglio 2010 esclusivamente sul sito dell’Università www.uniroma2.it, nella sezione “Concorsi”, e per avere maggiori informazioni ci si può rivolgere alla Segreteria dei Corsi di Perfezionamento e Master Universitari dell’Ateneo di Tor Vergata in Via Orazio Raimondo 18, o all’Ufficio Stampa d’Ateneo al numero 06.72592709.

Pubblicato su “Municipi di Roma” – Italia Sera.

Garbatella, CTO a rischio

“No ai tagli della sanità pubblica!”: è al grido di queste parole che giovedì 3 giugno i cittadini dell’XI Municipio si sono riuniti in piazza per protestare contro il nuovo piano sanitario Polverini. Giovani e anziani, operatori sanitari ed esponenti politici hanno riempito Largo delle Sette Chiese, in zona Garbatella, con l’unico obiettivo comune di gridare il proprio disappunto alle decisioni del Presidente della Regione, e per difendere il CTO, ospedale divenuto simbolo di eccellenza dell’XI Municipio. Secondo il nuovo decreto sanità presentato in questi ultimi giorni, infatti, sarebbe previsto in tutta la regione il taglio di circa 3.000 posti letto, la chiusura di alcuni ospedali di provincia, l’eliminazione di diverse ASL, e la trasformazione di alcuni reparti dei maggiori centri ospedalieri di Roma in centri di assistenza. A fronte di queste decisioni, il CTO rischierebbe di perdere circa 100 posti letto, alcuni dei reparti più importanti di ortopedia e il Pronto Soccorso. Ma l’XI non ci sta, e alza la voce: “Queste sono notizie preoccupanti – spiega Andrea Catarci, Presidente del Municipio – vanno ad eliminare interi reparti per trasformali in RSA, residenze sanitarie assistenziali. Giocano sul fatto di trasformare qualcosa, ma di fatto si vanno solo a fare altri tagli alla sanità pubblica”. Non dovrebbe essere questo il primario obiettivo del nuovo piano sanitario – prosegue Catarci – la giunta Polverini giustifica queste decisioni con la necessità di risparmiare ed investire i fondi in altre strutture che rendano gli ospedali di Roma ancora più qualificati. “Invece di pensare a snellire la burocrazia sanitaria o le lunghissime liste di attesa – prosegue il Presidente del Municipio XI – si pensa solo a tagliare fondi. Questo è un delitto, una mortificazione alla sanità pubblica.”

Ma tra le bandiere del PD e dei sindacati, la voce di protesta più forte era quella degli anziani, probabilmente pazienti del CTO, che pur sulla sedia a rotelle, pur accompagnati da stampelle, hanno dato il loro contributo alla manifestazione: “Dicono che bisogna risparmiare – si sfoga un signore – ma a dover risparmiare siamo sempre noi cittadini, mica loro!”. E su questo tema è intervenuto anche Marco Miccoli, consigliere provinciale: “Hanno detto che non si tratta di mettere le mani in tasca agli italiani, ma è falso, perché chiudendo delle strutture pubbliche si costringono i cittadini a rivolgersi ai privati, con costi più alti”. Asostenere il dissenso erano presenti anche i sindacati, che hanno dato la prima risposta pubblica al piano Polverini proprio durante la manifestazione di giovedì: “Non ci arrendiamo a questi cambiamenti – dichiara Brunetti, CGIL – sfruttano il fatto che i cittadini di questo territorio sono maggiormente anziani, ma non possiamo subire passivamente, ora basta essere presi in giro”. “L’insediamento di un numero maggiore di RSA su Roma è sicuramente necessario – continua Cinti della UIL – ma pensare di farlo a discapito di un servizio sanitario pubblico storicamente efficiente è sbagliato”. Nel frattempo la Polverini è decisa a portare avanti il programma promesso in campagna elettorale, e ai cittadini non resta che attendere nuovi sviluppi.

Pubblicato su “Municipi di Roma” – Italia Sera.