Verso la Grande Guerra, in mostra al Vittoriano

Una mostra per capire, per ricordare ed insegnare. Fino al 6 Gennaio 2013, la Sala Zanardelli del Vittoriano ospiterà la mostra “Verso la Grande Guerra. Storia e passioni d’Italia. Dalla crisi di fine Ottocento a D’Annunzio”. Oltre 200 opere fra dipinti, fotografie, documenti e oggetti saranno i testimoni di un periodo fondamentale nella storia dell’Italia contemporanea, che ha portato a forti cambiamenti sociali, culturali ed economici, e che ha condizionato in maniera decisiva tutto il ‘900.

Opuscoli di propaganda, giornali di trincea, disegni e dipinti fatti sul fronte, sono solo alcuni dei reperti che raccontano con le lettere e le immagini la preparazione di un conflitto nuovo, inatteso, che ha distrutto e in qualche modo costruito: perché La Prima Guerra Mondiale ha spaccato in due la storia, ma ha unito definitivamente l’Italia. In un momento storico che ha conosciuto una rivoluzione non solo politica e culturale, ma anche del modo stesso di documentare la storia, questa mostra si prende la responsabilità di tramandare il ricordo e una memoria collettiva che va alimentata e coltivata. Non è un caso che l’esposizione alloggi nel Complesso del Vittoriano, proprio lì dove riposa il Milite Ignoto, simbolo di tutti i soldati caduti durante la Grande Guerra e rappresentante di un dolore corale mai provato prima.

A quasi cento anni dall’inizio del conflitto, la mostra rappresenta la prima di tre tappe fondamentali: un percorso espositivo triennale che vedrà nel 2013 un’esposizione dedicata al periodo immediatamente precedente la Guerra, e nel 2014 una grande mostra finale tutta dedicata alla Prima Guerra Mondiale, proprio nel centenario del suo inizio.

È impressionante leggere i giornali che si leggevano in trincea, con cui si cercava di animare e consolare i soldati; ed è toccante vedere come, nonostante il dramma di un conflitto atroce, si cantava e scrivevano spartiti o poesie. L’arte è una delle poche cose che sempre sopravvive, e che in questo caso dà la possibilità ai cittadini italiani del 2012 di sentire le stesse emozioni dei soldati italiani di inizio secolo.

L’Otello di Shakespeare al Quirino

Il palcoscenico del Teatro Quirino di Roma accende i suoi riflettori sull’Otello di Shakespeare. Fino all’11 Novembre, infatti, Massimo Dapporto vestirà i panni del Moro di Venezia in una delle tragedie shakespeariane più famose, riadattata e vestita di un abito moderno e inaspettato.

Per la regia di Nanni Garella, i personaggi della messinscena danno voce e corpo a una storia fatta di guerra, inganni e manipolazione, che non smette di essere attuale con i suoi temi legati alla discriminazione razziale, al pregiudizio e alla falsità. Il generale Otello ama Desdemona (Angelica Leo), di un amore così assoluto da non conoscere gelosia. L’attendente Iago (Maurizio Donadoni) è invidioso dei suoi successi e fa di tutto per convincerlo che la sua amata lo tradisce con il luogotenente Cassio (Massimo Nicolini). In un perfetto gioco di menzogne e malintesi, la trama evolve drammaticamente fino a concludersi con uccisioni e suicidi, in una sconfitta corale che lascia l’amaro in bocca, come da tradizione shakespeariana.

La compagnia teatrale Arena del Sole porta così in scena una tragedia classica, ma decisamente rinnovata, perfino con delle venature ironiche inattese e a momenti eccessive. Sono frequenti, infatti, battute scherzose, scandite da tempi comici paradossali e fuori luogo; così come l’utilizzo di un linguaggio un po’ troppo contemporaneo, che perde verosimiglianza con vocaboli giovanili e a tratti grevi, decisamente lontani dal tenore dell’opera. ­­­In alcune scene pare di assistere ad una quasi-commedia che spiazza, diversa dall’originale forse, ma in fondo piacevole: è buona la tessitura che intreccia i momenti drammatici e quelli goliardici. Insomma, un invito costante alla riflessione, ma anche alla leggerezza.

Il tutto sullo sfondo di una scenografia eccellente: minimale ma d’impatto. Con colori e luci ben calibrate, proiettate su un telo mobile che diventa cielo diurno e notturno secondo le esigenze, e con effetti sonori imponenti, forse troppo, che a tratti coprono le voci degli attori e distraggono lo spettatore, pur restando coerenti con l’intensità emotiva delle scene. Ci si commuove, si ride, e si storce anche un po’ il naso, quindi, ma nell’insieme è uno spettacolo gradevole che vale la pena di vedere, anche fosse solo per le interpretazioni magistrali dei due attori protagonisti, Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni, rispettivamente nei panni di Otello e Iago.

Robert Doisneau mostra la sua Parigi

Una piccola Parigi è in mostra nel cuore di Roma. I palazzi, i ponti, i sorrisi e le rughe di una Francia tinta di grigio, rivivono fino al 3 Febbraio 2013 al Palazzo delle Esposizioni con la mostra Robert Doisneau – Paris en liberté. In occasione del centenario della nascita del fotografo francese, infatti, oltre 200 fotografie originali saranno esposte in un percorso elegante fra le strade di una città immortalata tra il 1934 e il 1991, negli scatti in bianco e nero di un artista semplice ma raffinato.

Esiste un movimento, nelle immagini di Doisneau: foto in moto, che rincorrono gli sguardi e i sorrisi, ma anche lo stupore e l’imbarazzo della gente comune. Giovani e anziani si danno il passo, fotografia dopo fotografia, in espressioni e situazioni testimoni delle più semplici emozioni umane. Il fotografo cristallizza gli angoli, le ombre, le illusioni prospettiche donate alla vista da un’architettura fantasiosa; lo fa con un occhio saggio ma ironico, che si dedica attentamente a studiare le azioni, per arrivare a godere del gusto estetico delle reazioni. La reazione è il centro focale dello scatto. Diventa, dunque, di fondamentale importanza registrare meticolosamente le espressioni di chi attraversa in corsa una strada trafficata, o di chi osserva la vetrina di un negozio divertito, scandalizzato, affascinato.

La mostra Robert Doisneau – Paris en liberté, ideata da Atelier Doisneau e da Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, è l’occasione per calpestare col proprio sguardo una capitale nuda, spogliata nella sua quotidianità, quella che è stata e che continuerà ad essere nei passi e nei baci dei parigini immortalati nelle foto dell’artista. “Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene – spiegò il fotografo – dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.

L’esposizione è aperta dal Martedì al Giovedì e la Domenica, dalle 10.00 alle 20.00; mentre il Venerdì e Sabato dalle 10.00 alle 22.30. Il biglietto intero è di € 7, quello ridotto di € 5.50. Per info ci si può collegare su www.palazzoesposizioni.it.