Un dicembre da non perdere al Circolo degli Artisti

Si avvicina il Natale e la programmazione musicale del Circolo degli Artisti si arricchisce di concerti ed eventi da non perdere. Ad aprire il mese, il 1° Dicembre a partire dalle 22.00, saranno i concerti degli YouAreHere, band romana composta da tre artisti della scena elettronica-strumentale italiana, e i Kein+Flug,che si definiscono come anime lontane che si rincorrono e si incontrano, fino a fondersi grazie musica elettronica, chitarre glaciali, glitch e poesia.

Altro binomio interessante sarà quello del 5 Dicembre, quando a partire dalle 21.30, saliranno sul palco Jens Lekman, eccentrico musicista svedese, e Chris Cohen, ex batterista di Ariel Pink, autore e polistrumentista statunitense; o ancora l’8 Dicembre alle 22.00, sarà la volta de Le Mani, band composta da musicisti di diversa formazione musicale come Luigi Scarangella alla voce, Antonio ‘Toto’ Marcucci alla chitarra, Francesco Stoia al basso, Marco Pisanelli alla batteria e Angelo Perna alle tastiere e loop.

Da non perdere anche la serata del 12 Dicembre: a partire dalle 21.30 si alterneranno, fra i tanti artisti, i Dispo, tra sonorità rock anni ‘ 90 e math rock moderno, i FlyZone, emergenti del rock made in Italy, mentre a fine serata si svolgerà il Premio Roma Videoclip: “Il meglio di Roma videoclip”, giunto alla sua decima edizione.

Interessanti anche le serate del 14 e 17 Dicembre, quando si esibiranno rispettivamente i TheGiornalisti, quartetto rock romano composto da due chitarre slave, basso e batteria, e i Jennifer Gentle, gruppo di rock psichedelico e acid rock italiano.

Leggilo su GiRoma.it

“Ellenico Plurale. Dipinti della Collezione Sotiris Felios” al Vittoriano

L’arte greca contemporanea si mette in mostra a Roma. Fino all’11 gennaio 2013, infatti, i saloni espositivi del Complesso del Vittoriano ospiteranno “Ellenico Plurale. Dipinti della Collezione Sotiris Felios”.Per la prima volta nella Capitale e in Italia, un percorso espositivo composto da 88 opere di 25 artisti, romperà i caratteri classici dell’arte greca a cui siamo abituati e presenterà una modernità artistica completamente rinnovata.

“L’Occidente oggi fa fatica a immaginare la Grecia al di fuori del proprio passato – ha spiegato Giuliano Serafini, curatore della mostra – gli schemi culturali con cui si ingabbiano uomini e civiltà nel momento del loro apogeo sono duri a morire, soprattutto se si tratta di paesi come la Grecia, dove si è formata la coscienza stessa dell’Occidente”. Una mostra, questa, che raccoglie la sintesi più significativa, ma per nulla esauriente, del rapporto conflittuale e anomalo che la Grecia ha avuto negli ultimi decenni con il rinnovamento delle arti figurative.

Sono tutti artisti tra i 40 e i 60 anni, uomini e donne che hanno sempre avuto uno sguardo ampio verso il mondo, studiosi d’arte e viaggiatori che hanno affidato alla pittura le loro visioni. Focus della mostra è la rappresentazione della figura umana: volti e corpi si alternano in un ritmo scostante ma d’impatto, fra colori ora brillanti e ora cupi, svestendo o coprendo una realtà spesso fisica ma anche onirica.

Sei sezioni in tutto: Tra memoria e realtà, Il corpo estremo, Metafisica dell’essere, L’opera selvaggia, Perversione della rappresentazione e Natura ritrovata? In cui non c’è nulla di quello che ci si aspetta, nulla che riguardi la nostra idea della Grecia classica imparata sui libri. Ogni dipinto racchiude la forte voglia di modernità, quasi surrealista, che immerge i visitatori in una dimensione svecchiata dai pregiudizi culturali e che tenta di legittimare una contemporaneità greca che ha ancora il suono di un’antitesi.

Leggilo su GiRoma.it

Dopo 70 anni di ricerche, torna in Italia la Tavola Doria

Ci sono voluti 70 anni di ricerche e un accordo internazionale per riportare in Italia la Tavola Doria, dipinto smarrito nel 1939 e di possibile paternità di Leonardo Da Vinci. L’opera, ora esposta al Palazzo del Quirinale fino al 13 Gennaio 2013,raffigura la “Lotta per lo Stendardo”, un momento della “Battaglia di Anghiari”, affresco commissionato a Da Vinci nel 1503, ma mai portato a termine. Dopo aver viaggiato tra Svizzera, Francia e New York, ed essere stato fra le mani di commercianti d’arte e antiquari, la Tavola Doria ha raggiunto il Giappone, dove è stata acquistata in buona fede e tenuta in custodia fino ad oggi dal Tokio Fuji Art Museum.

“È un onore e una grande gioia per noi donare quest’opera all’Italia – ha dichiarato Akira Gokita, direttore del Fuji Art Museum di Tokio – il rientro in patria di questo dipinto è un modo per avvalorare l’importanza degli scambi culturali e per dare il via agli studi necessari”.  È previsto, infatti, un lungo periodo di ricerche volte soprattutto ad attribuire alla Tavola Doria la sua reale paternità: se da un lato c’è chi sostiene che l’opera sia una tavola di preparazione all’affresco di Da Vinci e che quindi porti la sua firma, chi invece crede si tratti di una copia ad opera di un “Maestro toscano” non specificato. Dilemmi, questi, che daranno da discutere ai critici d’arte e che consentiranno agli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze di svolgere nei prossimi mesi le più accurate analisi per un’approfondita e rigorosa conoscenza del dipinto.

Che sia di Leonardo Da Vinci o meno, la Tavola Doria ha fatto rientro nella madre patria non senza ostacoli di natura burocratica. L’atto di donazione allo Stato Italiano, infatti, è il risultato di un complesso processo di trattative portate a termine dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e grazie al grande lavoro del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Un accordo preciso che oltre alla donazione e agli studi sull’opera, prevede un periodo in cui Italia e Giappone esporranno la tavola vicendevolmente per 4 anni, fino ad un totale di 26 anni, ed un parallelo scambio culturale fatto di prestiti reciproci. Una collaborazione di natura internazionale, insomma, che avvicina artisticamente il Bel Paese e la terra nipponica, grazie ad un dipinto smarrito oltre 70 anni fa e che oggi è assicurato per 20 milioni di euro.

Leggilo su GiRoma.it