Al via la mostra fotografica “Roma e l’acqua” by GIROMA – L’ARTERITIVO

Si è svolta ieri 24 Gennaio 2013 nell’accogliente clima della Biblioteca Goffredo Mameli a Roma, l’inaugurazione della mostra fotografica “Roma e l’Acqua”, organizzata da GIROMA in collaborazione con L’ARTERITIVO. Quindici giovani fotografi non professionisti si sono sfidati nella ricerca e cattura di sfumature della Capitale che avessero come tema l’acqua, dandone una propria reinterpretazione creativa.

Durante la conferenza, presentata dalla giornalista Samantha Trancanelli, i giovani artisti sono stati premiati per i loro scatti. Ai primi tre classificati, ad esempio, un weekend presso il Resort La Francesca a Bonassola (SP), un corso di tuffi con i fratelli Marconi, e un corso di danza sportiva per adulti e bambini con la S.S. Lazio Danza Sportiva.

Sono entusiasta per questa iniziativa – ha dichiarato la direttrice della ex Biblioteca Pigneto – la cultura ha un ruolo fondamentale nella riqualificazione di un quartiere e siamo lieti di partecipare ad un evento del genere”. Ma a sottolineare l’importanza della mostra è anche Massimo Lucà, Presidente della Commissione Scuola del VI Municipio, che si ritiene molto soddisfatto per aver patrocinato un concorso artistico come questo, in grado di trasformare l’attività culturale del quartiere in una elite di qualità nella la città di Roma.

colosseoacquaUna manifestazione, questa, fortemente legata anche allo sport – come da tradizione di GIROMA – che ha visto la partecipazione di numerosi volti noti come la campionessa di tuffi Maria Marconi. “Sono un’amante delle foto artistiche – ha dichiarato la sportiva – ma non sapendole fare, mi gusto quelle degli altri”. La campionessa, dopo una pausa forzata di 9 mesi, è pronta per continuare la sua brillante carriera sportiva e ha fatto un grande in bocca al lupo a tutti i partecipanti per il loro futuro artistico. Intervenuta per un saluto, tra gli altri, anche l’ex assessore allo Sport della Provincia di Roma, Patrizia Prestipino, che in un divertente siparietto con Elisabetta Cortani, presidente della Lazio femminile, ha indossato la maglia delle aquilotte, nonostante la sua fede calcistica spiccatamente giallorossa.

La mostra è stata occasione anche per la presentazione del libro “L’istituto Lavinia Cervone e la città di Campagna – tra cronaca e storia” di Carlo Mirra. Il testo ripercorre la storia dell’Istituto, che rappresenta un punto di riferimento nell’assistenza alle persone bisognose e disagiate del territorio in cui opera.

Un gradevole aperitivo e la musica Jazz e Bossanova di Daniele Bragaglia e Fiammetta D’Arienzo hanno poi accompagnato per tutta la serata i numerosi spettatori, immersi negli scorci e nelle fontane capitoline oggetto delle fotografie. I 15 scatti, foto semplici, non ricercate, che nascono da piccoli momenti quotidiani forse casuali, sono stati scelti da una Commissione composta da Elisabetta Cortani – Presidente della S.S. Lazio Calcio Femminile, sponsor dell’evento;  Riccardo D’Achille – fotografo; Marzia Lami – fotografa; Anna Tina Mirra – direttore di GIROMA e Giorgio Scala – fotografo.

La mostra sarà visitabile presso la Biblioteca Goffredo Mameli in Via del Pigneto n. 22 fino al 7 febbraio 2013. Dal Lunedì al Giovedì dalle ore 9.00 alle ore 19.00, il Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 23.00; il Sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

Nelle foto: Gocce di Memoria – di Stefano Barbato (1° classificato); Acqua che sa di Roma – di Sara Mancini.

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Quanti modi abbiamo per dire sesso?

“Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento…”. Questi i versi di Giovanni Pascoli, da “Il gelsomino notturno”, in cui racchiude in una metafora (la luce accesa di una finestra che si spegne) e in soli tre punti di sospensione, l’idea di due persone che spengono la luce per fare l’amore.

Siamo tutti poeti e non lo sappiamo. Fin da bambini impariamo a incastrare suoni, lettere e parole, per costruire i nostri pensieri e gettarli al di fuori. Quello che diciamo e come lo diciamo è lo specchio della società in cui viviamo, con le sue tradizioni e la sua sensibilità. Il nostro spirito artistico ci ha fatto inventare attorno al linguaggio un’arte, quella del dire e quella del non dire, con cui realizziamo ogni giorno delle vere e proprie “opere comunicative”.

Capita spesso di trovarsi a parlare di cose potenzialmente imbarazzanti e si tende a utilizzare strategie linguistiche per alleggerire il peso semantico di certe espressioni. Gli strumenti principali sono la perifrasi, ossia un giro di parole che ne sta a significare solo una, e l’eufemismo, figura retorica che consiste nell’uso di vocaboli riduttivi che attenuino il carico espressivo di ciò che si intende affermare.

Il sesso è uno degli argomenti su cui amiamo dire di più senza dire davvero. Per cultura ed educazione personale, non è facile per tutti dire fare sesso o fare l’amore e si preferisce alludere. Esiste, ad esempio, un gran numero di locuzioni eufemistiche legate al luogo in cui lo si fa più di frequente, come andare a letto insieme, portare a letto qualcuno o il più romantico amarsi sotto le lenzuola.

È sorprendente poi che in certe costruzioni si celino micro unità di significato che apportano alla frase delle connotazioni aggiuntive. Per esempio, potrebbe sembrare che il rapporto sessuale nella coppia sposata sia un peso, ascoltando modi di dire come adempiere ai doveri coniugali. Per non parlare del matrimonio, che va addirittura consumato.

In realtà non c’è nulla di allarmante. La maggior parte di noi prende le cose piuttosto alla leggera e sono tantissime anche le espressioni ironiche. Piace a tutti, da adulti, giocare al dottore col proprio partner e sono innumerevoli le forme di stampo, per così dire, onomatopeico del tipo fare snù snù, fare friki friki o il più recente e famigerato bunga bunga.

Lasciando da parte l’infinito vocabolario di registro volgare e i diffusissimi fare le cose zozze, fare le cosine e fare quelle cose lì, arriviamo dritti ad un punto interessante. Il sesso è così centrale, che è riuscito ad annidare tutto il suo significato in un solo dimostrativo: quello. Basta semplicemente dire farlo. Lo hai fatto? Lo avete già fatto? Questa particella lo, con funzione di complemento oggetto, contiene in due lettere e in un’unica fonazione, tutta la grandezza di un comportamento umano primordiale. Non è forse poesia?

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Michela Andreozzi torna in scena con “Ti vuoi mettere con me?”

Ti vuoi mettere con me? L’amore al tempo delle mele è il nuovo spettacolo di Michela Andreozzi al Teatro Ambra alla Garbatella. Dal 15 al 20 Gennaio 2013 l’attrice romana veste i panni di numerosi personaggi e porta in scena i più comuni cliché adolescenziali, dal diario segreto alle interminabili telefonate con le amiche, dal rapporto grottesco con i genitori ai primi indimenticabili amori.

Con dovizia di dettagli e una narrazione che è quasi cronaca giornalistica, l’Andreozzi ti racconta in faccia la tua storia, perché è la storia di tutti: un sapiente tuffo nel passato, nei microdrammi giovanili che non hanno risparmiato nessuno e che hanno segnato irrimediabilmente le nostre vite. Chiunque abbia avuto 15 anni non potrà fare a meno di ritrovare se stesso nelle frasi insensate di un diario di seconda media, nei rapporti a volte buffi a volte crudeli fra compagni di banco, e in quella dolcissima paura di innamorarsi che in fondo non ci ha mai abbandonato neanche da adulti.

Si ride, si scherza, ci si ricorda con ironica nostalgia di gesti e frasi che hanno avuto un loro tempo e che nessuno riporterà più indietro. Chi utilizzerà più una prolunga del telefono? Chi userà ancora una penna per riavvolgere il nastro di una musicassetta? L’essere umano si contraddice: passa l’adolescenza a cercare di capire se è carne o pesce – dice l’attrice – e una volta che lo ha capito vanno di moda i vegetariani.

Dopo i numerosi successi televisivi, cinematografici e teatrali, Michela Andreozzi scrive con Paola Tiziana Cruciani e Giorgio Scarselli uno spettacolo da 10 e lode: la musica è dal vivo, in una cornice scenica essenziale ma ben calibrata; canta, l’attrice, e fa cantare il pubblico, lo coinvolge ed analizza la personalità degli spettatori in base al tipo di diario che hanno avuto da giovani. Un dialogo a più epoche e a più dialetti, quelli egregiamente interpretati dalla comica romana, che sa intrattenere e passare da un registro ad un altro senza perdere un colpo.

“Ti vuoi mettere con me? L’amore al tempo delle mele” è l’occasione giusta per trascorrere una serata piacevole, con una comicità fresca e brillante. Questo è uno spettacolo divertente sul serio.